BRER.AI
Brera AI Generated
Il doge Francesco Foscari destituito
Francesco Hayez
olio su tela
1842-44
L’opera rappresenta la destituzione del doge Francesco Foscari da parte dell’inquisitore Loredano. Tra i numerosi temi di ambientazione storica affrontati da Hayez, quello della vicenda dell’ottuagenario doge Francesco Foscari viene raffigurato in svariati suoi dipinti (si veda F. Mazzocca, Francesco Hayez. Catalogo ragionato, Milano: Federico Motta Editore, 1994). Il dipinto raffigura un episodio tratto dall’epilogo del dramma The Two Foscari: An Historical Tragedy di Lord Byron del 1821, che influenzerà l’opera I due Foscari di Giuseppe Verdi del 1844.
Il doge apprende l’inganno che lo ha costretto ad accusare il figlio di tradimento durante il verdetto della propria destituzione da parte di Loredano e i suoi fedeli.
La scena viene rappresentata all’interno del palazzo ducale a Venezia; è infatti possibile scorgere le cupole della basilica di San Marco dalla finestra ad arco ogivale sulla destra.
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Francesco Foscari è seduto al centro della scena e ascolta con serietà il verdetto della sua destituzione. La composizione del dipinto si basa sulla contrapposizione delle due fazioni, oppressori e oppressi, intorno alla figura del doge: alla sua destra, l’inquisitore Loredano e i membri della fazione avversa leggono la sentenza con soddisfazione; alla sua sinistra, i familiari e i suoi fedeli si disperano. Il gruppo degli accusatori è immediatamente riconoscibile grazie alle vesti di un rosso molto saturo, mentre al centro predominano le tonalità dorate dell'abito del doge, del trono e del tappeto del grande tavolo. Invece, le pareti dell'ambiente grigie e scure mettono in risalto i colori caldi e brillanti.
Particolare attenzione è data alla descrizione delle reazioni emotive dei personaggi: lo spavento dei bambini, il dolore composto del doge e dei suoi familiari, lo sdegno di Loredano e dei suoi fedeli. Hayez stesso si ritrae empaticamente nella figura del doge, immedesimandosi nel suo destino.
DESTITUIR.AI
Marta Scaramuzza
Opera di digital art AI Generated
Prompt
The person sitting on the throne is being deposed from the group of people on the right. On the left people are in despair.
DESTITUIR.AI é un'opera digitale realizzata con l'utilizzo dell'AI DreamStudio che rielabora l'opera di Francesco Hayez “Il doge Francesco Foscari destituito”.
Il prompt scelto propone una sintesi della scena focalizzandosi sulla presenza di due gruppi di persone, gli accusatori e i sostenitori del doge, senza però soffermarsi sul ruolo, sul genere o sulla storia dei personaggi raffigurati. L' immagine del dipinto originale é inserita nel software con una percentuale del 35%.

La prima caratteristica che si nota è il cambio di prospettiva: il pubblico non è più spettatore della scena, ma diventa soggetto alle spalle degli accusatori, riconoscibili dalle vesti di colore rosso anche nell’opera di Hayez.
Ne consegue la scelta del titolo che richiama la voce verbale coniugata alla seconda persona singolare “(tu) destituirai”, rispecchiando la possibilità di ogni individuo di elaborare un giudizio sulla destituzione, ma rappresenta nel contempo un gioco di parole, che suggerisce l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella realizzazione dell’opera stessa (DESTITUIR.AI).
Questa lettura propone che ogni persona del pubblico possa elaborare un giudizio sulla destituzione e decidere chi o cosa destituire, promuovendo una riflessione sulle possibilità e sulla libertà di scelta che abbiamo (o che pensiamo di avere) nella società odierna.
Nella società di oggi si dispone apparentemente del massimo grado di libertà, ma in realtà l’enorme utilizzo dei mezzi di comunicazione digitali di massa tende sempre più ad una manipolazione dell’opinione, appiattendo le differenze e unidirezionando il gusto del pubblico.
Nel momento storico in cui è aumentata a dismisura la possibilità di essere informati e consapevoli per poter elaborare un pensiero, un’opinione, un giudizio critico, sembra accadere il contrario. L’individuo ha le potenzialità per essere emancipato, per acquisire istruzione e cultura, ma sembra essere sempre meno stimolato e stimolante, in un contesto che non aiuta e non sprona a pensare.
Siamo sempre più immersi nel mondo social, in cui tutto viene offerto velocemente e facilmente, compresa la possibilità di commentare in pochi secondi qualsiasi notizia a livello globale, quasi senza pensare, “esaltando” o “destituendo” in modo sommario qualsiasi cosa (eventi, persone, valori).

Nella fascia centrale dell’immagine la figura destinata al giudizio è vestita d’oro e seduta su un trono. Indossa una maschera che la rende variamente interpretabile: la personificazione di un valore o di un disvalore a livello etico; un personaggio politico…ognuno di noi ha la libertà di scegliere chi o che cosa destituire.
Alle sue spalle il gruppo dei “sostenitori”, coperto da copricapi, rimane nell’anonimato senza esprimere alcuna emozione o supporto.
L’indifferenza rappresenta un atteggiamento diffuso nella società odierna: vediamo, ma non ci lasciamo toccare da quello che pensiamo non ci riguardi direttamente. Quando un valore in cui crediamo viene attaccato, spesso decidiamo di non scegliere, di adeguarci a quanto succede, soprattutto se le conseguenze che ne derivano non intaccano il nostro vissuto quotidiano.

Dal fondo dell’immagine un volto, probabilmente risultato dell’elaborazione dei dettagli dell’interno del palazzo veneziano del dipinto di Hayez da parte dell’intelligenza artificiale, ci osserva.
Trattandosi di un dettaglio suggestivo, evocativo e forse anche inquietante, le interpretazioni potrebbero essere molte.
Quel volto per me rappresenta un giudizio nel giudizio: vuole ricordarci che effettuare una scelta ed attuarla secondo un giudizio informato e consapevole delle conseguenze che ne deriveranno è una nostra prerogativa.
Diventa uno sguardo che sprona a pensare, a riflettere, a informarsi, a empatizzare, a guardare punti di vista differenti, a conoscere per poter decidere criticamente le idee e i valori che ci definiscono.
